No alla discarica Ias
 PER RICORDARE IL 21 APRILE 1991

N. 2 - Anno III - Giugno 1999


LE INNOVAZIONI AL DEPURATORE BIOLOGICO

di Fabrizio Frassinelli

Inizia con l'attuale direzione una fase di rinnovamento o di "rifondazione", come è stata definita, della Industria Acqua Siracusana Spa. Questo primo articolo rappresenta quindi l'opportunità per fare il quadro della situazione attuale e per tracciare le linee programmatiche del rinnovamento, stabilendone così una ideale linea di partenza a cui potere fare riferimento nei prossimi numeri per valutarne l'avanzamento.

SITUAZIONE ATTUALE

La I.A.S. SpA inizia la sua attività nel 1983 ed il progetto dell'impianto di depurazione risale alla fine degli anni 70. A quei tempi la tecnologica della depurazione era già consolidata in Europa e negli USA, ma in Italia era ancora alle prime armi, soprattutto per i grandi impianti e per i reflui industriali. La legge Merli sulla depurazione è infatti del 1976.
Il risultato è che l'impianto di depurazione consortile I.A.S. è concepito con dimensioni e volumetrie anche abbondanti, ma con carenze notevoli, per alcuni aspetti importanti, per un impianto così grande.

Per esempio:
  • tutti i sistemi di ripartizione idraulica sono inadeguati;
  • tutti i sistemi di sfioro delle vasche di sedimentazione e di ispessimento sono sbilanciati;
  • tutti i sistemi di estrazione fanghi sono rigidi e non permettono la contemporanea operatività di più vasche in parallelo;
  • il sistema di insufflazione di aria nelle vasche non consente di potere bilanciare l'erogazione nelle varie zone;
  • la vasca di equalizzazione non è sufficiente per la elevata variabilità del refluo industriale;
  • l'impianto non è strutturato per nitrificare e denitrificare, non può quindi operare rimozione o trasformazione dell'azoto;
  • manca un efficiente sistema di pretrattamento chimico fisico;
  • mancano adeguati sistemi automatici di controllo e di regolazione;
  • ecc., ecc.

Nel corso degli anni la situazione, anziché migliorare progressivamente, si è aggravata.
 
Infatti:
  • sono stati accettati reflui industriali non protrattati con caratteristiche del tutto speciali per qualsiasi depuratore (per solidi sospesi, per pH, per temperatura), senza effettuare alcuna predisposizione specifica;
  • sono state disattrezzate due delle quattro vasche di trattamento biologico;
  • sono stati eliminati i pochi strumenti ed automatismi di cui l'impianto era dotato;
  • sono state disattivate le strutture per il dosaggio dei reattivi per i trattamenti chimico fisici dei reflui e dei fanghi;
  • sono state utilizzate le grosse vasche di equalizzazione e di trattamento biologico come volumi di stoccaggio di solidi sospesi/fanghi;
  • le varie opere integrative che sono state realizzate, anche se di consistente valore economico e anche se sicuramente utili per migliorare il processo specialmente nei periodi di disservizio, quali le opere di trattamento terziario, non sono mai state utilizzate e nemmeno manutenzionate;
  • ecc., ecc.;
  • fino alla grave situazione riscontrata nel 1998.
     
Per fornire alcuni riferimenti recenti:
  • la vasca di equalizzazione era completamente piena di fango e con la recente bonifica, durata 5 mesi, fino a metà aprile 1999, ne sono state evacuate 25.000 tonnellate;
  • da altre vasche (correzione pH, emergenza, trattamento biologico) sono state evacuate altre migliaia di tonnellate di fango;
  • nelle due vasche di trattamento biologico il peso differenziato del fango ha danneggiato le pareti divisorie in pannelli di cemento armato;
  • ecc., ecc.
     
Per effettuare la bonifica della vasca di equalizzazione e delle altre vasche tutto il circuito di trattamento fanghi dell'impianto è stato sovraccaricato, impedendo la normale evacuazione della produzione corrente, fino al progressivo intasamento dei sistemi di insufflazione di aria nelle due vasche biologiche funzionanti, che a loro volta hanno dovuto essere bonificate con urgenza, provocando un grave stato di disservizio per l'impianto e per l'efficienza depurativa.
 
Nelle varie emergenze sono stati accumulati ulteriori 5.000 metri cubi di fango in una delle vasche vuote.
 
Per quanto riguarda l'operatività dell'impianto, la situazione può essere considerata ancora a rischio di instabilità.
 
Alcuni riferimenti:
  • la mancanza di una adeguata capacità di equalizzazione rende labile l'assetto operativo nei confronti di qualsiasi variabilità dei reflui, anche quella normale non connessa a particolari tenute di carico o a sostanze inibenti per il processo, per esempio una qualsiasi variazione del rapporto N/COD, che può essere semplicemente dovuto a minor carico inquinante in ingresso, può modificare i contenuti in uscita di azoto ammoniacale e anche nitroso;
  • il pur recente impianto per il dosaggio dell'acido solforico, indispensabile per controllare il processo, può funzionare solo in manuale e non c'è alcuna predisposizione per l'automazione, inoltre gli strumenti di misura pH, di recente installazione, non sono riportati a quadro in sala controllo, la situazione presenta così evidenti difficoltà e rischi operativi;
  • l'impianto non dispone di alcun altro sistema di misura dei vari parametri pur importanti di processo, né tantomeno di controllo, è come se un'autovettura non disponesse di strumenti quali il contachilometri, la temperatura dell'acqua di raffreddamento, la lancetta della benzina, ed altro.
  • Anche l'atteggiamento degli utenti industriali è stato in passato probabilmente poco attento alle problematiche ed alle particolarità del sistema depurativo, che veniva considerato forse come un prolungamento del proprio tubo di scarico e/o come un processo industriale che si può avviare o fermare con un semplice pulsante, senza avere la sensibilità della complessità di un sistema biologico di grandi dimensioni che ha tempi di risposta brevi o brevissimi nei confronti dei fattori negativi (sovraccarichi, avvelenamenti, variazioni improvvise, ecc.), ma lunghissimi (settimane o mesi) per il recupero funzionale e per l'acclimatazione.
     
Non meno gravi sono stati gli effetti di tale situazione nei confronti della struttura organizzativa e della formazione delle risorse:
  • mancanza di riferimenti,
  • mancanza di informazione,
  • ecc., ecc.,
con l'aggiunta dell'azione giudiziaria in corso con coinvolgimenti diretti ed indiretti di tutto l'ambiente lavorativo.
 

Sei il visitatore n.


Nuovo direttore   |   Programma di rinnovamento
Discarica Ias

Articolo tratto da: www.maccarrone.da.ru

 
 
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