«A MINCHIA CHINA»
Salvo Maccarrone
Poichè spesso il cronista non trova le
parole giuste per esprimere determinati concetti, è costretto a
ricorrere ai proverbi siciliani e ai modi dire, molto coloriti, che,
con immediatezza centrano l'argomento.
Pertanto l'espressione popolare da noi
usata «A MINCHIA CHINA» (che significa "esprimere opinioni in maniera
oltremodo esagerata") scaturisce dalla lettura di un articolo,
pubblicato da "La Sicilia" il 24 marzo 2002, ove il vicesindaco di Priolo, Pippo Fiducia, si abbandona in dichiarazioni (inusuali per lui
ben conoscendo la sua morigeratezza) che francamente appaiono
esagerate.
«FARI PIRITA 'NCUCCHIATI»
avrebbero subito esclamato i nostri avi siciliani attingendo al famoso
detto che indica "il fare scorregge a due per volta", ovvero "prodursi
in ridicola vanteria". Non avremmo evidenziato le inusuali
ridicolaggini del nostro amico Pippo Fiducia se quella manifestazione
denominata "Via Crucis" avesse veramente centrato l'obiettivo di
"promozione del terzo settore" a cui tendeva il vicesindaco
nonchè assessore alle Politiche di Promozione e Sviluppo. Il senso
dell'espressione usata da Fiducia: "QUESTA E' PROMOZIONE TURISTICA",
era la promozione di PRIOLO ed il rilancio del settore commerciale,
oggi in grande crisi, grazie alla massiccia affluenza di turisti che
sarebbero approdati a Priolo, attratti dalla rappresentazione sacra
della Via Crucis vivente.
Chiediamoci: Quanti turisti sono
arrivati? Quali affari hanno registrato i commercianti di Priolo? La
manifestazione, al di là della bravura organizzativa che riconosciamo
al nostro amico Giancarlo Guzzardi, è riuscita? C'è stato il
pieno e fecondo coinvolgimento della popolazione priolese?
Spesso si pensa che basta riempire una
pagina di un quotidiano, con una serie di fesserie, per ottenere
chissà quali ritorni. Non si pensa che il lettore, ormai smaliziato,
prima di leggere l'articolo getta l'occhio su chi l'ha firmato. Dal
prestigio che gode la firma di colui che redige l'articolo il lettore
trae le proprie conclusioni.
Occorre invece invertire tendenza
organizzando nei minimi particolari qualsiasi avvenimento
pianificandolo con oculatezza e, soprattutto, allargando il raggio
d'azione estendendolo ai Beni Culturali ed Ambientali che, volente o
nolente, rappresentano il futuro di questa cittadina. E a tal
proposito ci viene in aiuto un'ulteriore detto siciliano:
«ESSIRI 'NTA L'ACQUA E MORIRI DI SITI»
Tradotto letteralmente significa:"Essere
nell'acqua e morire di sete". In altre parole: "Non si dispone di
quanto ci sta intorno", cioè del grande privilegio di possedere
Thapsos, la Basilica di San Fòca, la Masseria Gargallo, le
Catacombe di Manomozza e Riuzzo, etc.
Fiducia: «Questa
è promozione turistica»
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