PRIOLO – Una petroliera avrebbe scaricato acque
di zavorra vicino alla spiaggia di Marina di Priolo. A contatto
col mare la sostanza, avrebbe prodotto abbondante schiuma che,
lentamente, è andata poi a depositarsi sugli scogli. L'episodio è
stato denunciato dall'associazione ambientalista "Amica Terra" che
parla senza mezzi termini di episodio di inquinamento. «Non è
stata una bella accoglienza per i pescatori e i bagnanti della
nostra zona – ha commentato il presidente dell'associazione,
Carmelo Calvo – almeno a giudicare dalla discreta schiuma che
rimaneva sulla superficie del mare. Ma questo pontile Somicem – si
chiede Calvo – come già da anni richiesto "a furor di popolo" e
con tanto di petizione popolare, non doveva essere spostato
all'interno della zona industriale? Cosa succederà alla nostra
zona balneare in caso di incidente nelle fasi di carico del
petrolio»? Per l'ambientalista l'ubicazione del pontile, a sud
ovest della punta meridionale della Penisola di Magnisi, in un
zona a valenza archeologica e a due passi da una spiaggia
frequentata da bagnanti, è irrazionale: «Se si dovesse rompere
qualche tubatura che fine farebbe la zona archeologica di Thapsos?
Il nuovo oleodotto fu oggetto di aspre polemiche quando la Somicem
diede inizio, nell'ultima decade di agosto 1998, ai lavori di
sostituzione delle vecchie condotte. Coralmente quasi tutte le
forze politiche priolesi denunciarono all'allora commissario
straordinario di Priolo i movimenti di terra e gli scavi che
intaccarono irreparabilmente il pianoro della Penisola di Magnisi
e distrussero alcuni pozzi risalenti alla Media Età del Bronzo.
Lavori eseguiti in netto contrasto con tutte le norme di
salvaguardia del sito archeologico volute dal Piano Regolatore
Generale di Priolo». Aggiunge Calvo: «Oggi siamo particolarmente
allarmati e tutte le preoccupazioni dopo l'inquinamento di diversi
pozzi accaduto nei mesi scorsi, non possono più essere ritenute
eccessive da nessuno».