Il
segretario della Uilcem Emanuele Sorrentino: «L'acquisizione della
olandese Dsm è aggiuntiva e non sostitutiva di quella della chimica
italiana»
A Priolo aspettano ancora
la saudita Sabic
Sempre in piedi la
trattativa per la cessione di nuova Polimeri Europa
PRIOLO - A Priolo si
aspetta ancora la conclusione della trattativa Eni-Sabic, per il
passaggio delle produzioni della linea etilene-polietilene ai sauditi,
nonostante l'acquisizione della chimica olandese da parte di Sabic.
«Sapevamo della imminente conclusione della trattativa che i sauditi
avevano avviato con la olandese Dsm - rileva Emanuele Sorrentino,
segretario della Uilcem - l'acquisizione della chimica olandese e per
Sabic aggiuntiva (non sostitutiva) dell'acquisizione della Nuova
Polimeri Europa di casa Eni. Se infatti l'acquisizione olandese porta
la Sabic in posizione di leadership sul mercato europeo la ulteriore
acquisizione di Polimeri la porta a una leadership mondiale. Tant'è
che la trattativa Eni-Sabic non è chiusa bensì prorogata». E' anzi
probabile che la nuova realtà possa far desistere la Sabic dalla
volontà di acquisire il 51 per cento nella prevista joint con Eni,
favorendo così il superamento di freni politici che su questa strada
erano stati posti. Una posizione di maggioranza potrebbe infatti far
scattare veti dell'Antitrust, che invece potrebbero non trovare motivo
in una posizione di minoranza.
In casa Eni si parla di prudente attesa, conseguente anche alla
scadenza del mandato di Vittorio Mincato nella carica di
amministratore delegato del gruppo. Ma questa pare una circostanza
tutt'altro che effettivamente capace di provocare il congelamento di
una trattativa fino a poco tempo fa voluta e curata. Anche perché,
proprio in questi giorni, lo stesso Mincato si era occupato
personalmente dell'acquisizione della britannica Enterprise Oil, sulla
quale peraltro è arrivata l'Opa amichevole della Shell che ha fatto
dire a Mincato: il prezzo a questo punto diventa troppo alto. D'altra
parte si sa che Mincato riotterrà il suo incarico di amministratore
delegato del gruppo Eni, anzi uscirà rafforzato da questa conferma. Il
fatto è che Sabic ha voluto rivedere il business plan oggetto della
trattativa in corso con Eni. E ha chiesto una proroga alla
conclusione. Stavolta non per una sola circostanza, come sembrò quando
il presidente del Consiglio Berlusconi, in visita in Arabia Saudita,
confermò l'avallo politico alla trattativa ma lasciò andare anche una
battuta sulla preferenza del Governo per il mantenimento del 51 per
cento in casa Eni. I motivi per cui la Sabic ha chiesto all'Eni più
tempo, dicendo di volere rielaborare il business plan per la
trattativa italiana, risalgono anche ai fatti di Gela, dove ci sono
impianti coinvolti nel business Eni-Sabic ma coinvolti anche nel
recente sequestro giudiziario. C'è infine il peso del rosso in
bilancio accusato, non solo da Enichem ma anche da Polimeri Europa a
fine 2001. Anche se sul rosso di Polimeri, con una perdita operativa
di 83 milioni di euro, ha inciso soprattutto la diminuzione del 7,4
per cento nelle vendite determinata essenzialmente dalla congiuntura
internazionale della diffusa contrazione della domanda. Ed è tutta la
Nuova Polimeri oggetto della trattativa con Sabic.
Resta aperto anche un discorso libico, che si va muovendo sempre a
fisarmonica aprendosi e chiudendosi ciclicamente. A rilanciarlo non
sono stati soltanto il ritorno in Fiat da parte della libica Lafico (Libyan
Arab Forcign Investment Company), braccio finanziario di Gheddafi, e
vari movimenti interbancari ma soprattutto l'intervento dello stesso
Mincato il quale ha richiamato l'attenzione sulla importanza del
gasdotto Melitah-Sicilia, che dal 2004 dovrà portare dalla Libia otto
miliardi di metri cubi di metano.
Salvatore Maiorca
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