Priolo /
Ambientalisti e politici sdegnati per i pali Enel a Thapsos
Salvo Maccarrone
PRIOLO – Il nuovo inquinamento
del suolo della Penisola di Magnisi, dovuto alla presenza di grossi
pali in cemento, abbandonati dall'Enel a due passi dal villaggio
preistorico di Thapsos, ha provocato sdegno tra tutti coloro che
hanno imparato ad amare e rispettare questo lembo di territorio che,
in periodo miceneo, era, come afferma il sovrintendente Giuseppe
Voza, «la vera capitale della Sicilia». Dopo la nostra segnalazione
sulla penisola di Magnisi si sono catapultate diverse associazioni
ambientaliste e anche semplici cittadini per toccare con mano il
nuovo scempio ambientale. Irritati quindi i commenti di tutti,
soprattutto dell'associazione ambientalista "Amica terra" che
sulla vicenda era già intervenuta qualche anno fa. «Da quasi due
anni – dice sdegnato Carmelo Calvo – prima ancora della fondazione
di "Amica terra", avevo denunciato l'episodio che poi approdò
nell'aula consiliare del comune di Priolo con una interrogazione del
consigliere di opposizione Antonello Rizza. A tutto il consiglio
comunale consegnai un "dossier" fotografico di otto pagine relativo
allo scempio che si stava consumando nella zona archeologica di
Thapsos. Tra queste foto ve ne era una eloquentissima che
evidenziava la presenza di questi grossi pali dell'Enel. Quella
discussione consiliare – prosegue il presidente di Amica Terra –
verteva ad arrestare il degrado della penisola di Magnisi e
sollecitare il sindaco ad emettere una nuova ordinanza di chiusura
agli automezzi». Sdegnato anche il commento
dell'associazione "Quattro
Canti" che evidenzia come «nessuno può accaparrarsi il
diritto di aumentare il volume delle porcherie, né tantomeno l'Enel». Un membro dell'Agesci,
Salvo Leanza, che spesso insieme con bambini trascorre la giornata
sulla penisola di Magnisi, evidenzia che «a malincuore ho potuto
notare lo stato in cui versa la penisola, a partire dalle discariche
sotto sequestro di pirite, ai famosi pali dell'Enel. E di ciò –
prosegue Leanza – ne dà conferma la tanta sporcizia che sta annidata
in ogni angolo. È veramente un peccato che un territori così bello e
dalla posizione strategica non venga sfruttato per fini culturali,
ambientali e ricreativi, ma venga abbandonato a se stesso». Conciso,
ma pesantissimo, il commento di Pippo Giaquinta, presidente di Legambiente - Priolo
e di Andrea Corso, della
Lega Italiana Protezione Uccelli: «È uno spettacolo
indecoroso, che va rimosso». Corso ha anche aggiunto che sulla
vicenda informerà il presidente della Lipu, Iapichino, considerato
che la sua associazione gestisce la vicina Riserva Orientata delle
Saline la quale altro non è che una piccola parte del più ampio
contesto ambientale dominato dalla penisola di Magnisi. Sulla vicenda è intervenuto
anche Carmelo Susinni, esponente del Cdu priolese il
quale, ritenendo che «l'argomento merita particolare attenzione, per
lo scempio che si sta consumando a danno della nostra area
archeologica di Thapsos», ha fatto conoscere la tematica al
segretario del suo partito. Anche il segretario dei Ds,
Turi Tarascio, si è detto "turbato" nell'apprendere quello che sta
accadendo a Thapsos ed ha annunciato il suo interessamento. Ma al di là delle parole
rimane ancora il problema di fondo: la rimozione dei pali.
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