COSA NOSTRA / I
SOSPETTI SU GIUSEPPE GIANNI
Onorevole medico o
medico d'onore?
Fa il dottore. Il vicesegretario del
Cdu. E il segretario della Commissione vigilanza Rai. Ma
adesso un pentito lo accusa di aver ordinato un omicidio
di Marco Damilano
Chi è Pippo Gianni? Il medico cattolico
praticante che nelle lettere agli elettori si presenta
come «uno di quelli vecchia maniera che crede ancora che
essere medico implica prima di ogni altra cosa amore verso
il prossimo»? Oppure il mandante di un omicidio, come
denuncia un pentito nel processo Santa Panagia contro le
cosche siracusane?
In attesa di scoprirlo, diciamo che l'onorevole Giuseppe
Gianni detto Pippo, siracusano, 54 anni, è un potente
senza volto. Uno dei 61-eletti-su-61 del 13 maggio in
Sicilia, che ha permesso al Polo di conquistare il resto
d'Italia. Un caterpillar capace di raccogliere preferenze
a valanga. Aggiungiamo che è il vicesegretario del Cdu di
Rocco Buttiglione e segretario della Commissione vigilanza
Rai. E che ha alle spalle una carriera a dir poco
travagliata.
Il primo arresto risale al 1980, per detenzione e spaccio
di sostanze stupefacenti. Assolto per insufficienza di
prove. Le seconde manette arrivano nel marzo 1994, con
l'accusa di concussione. Gianni è deputato regionale Ppi e
presidente della commissione Sanità. In primo grado gli
danno tre anni di reclusione e l'interdizione dai pubblici
uffici, poi lo assolvono. Grazie anche al buon operato del
suo difensore, l'avvocato Carlo Taormina. Nel '94 il
pentito Francesco Marino Mannoia lo inserisce tra i medici
amici dei mafiosi: «Ci insegnava a simulare false malattie
per ottenere ricoveri d'urgenza. Per esempio mangiando
banane e pillole di ferro effetti simili all'ulcera
perforata. Un'iniezione di camomilla provoca febbre e
convulsioni». In mezzo ci sono impiccetti, per così dire,
minori: indagini per voto di scambio o sul polo
petrolchimico siracusano. E amicizie pericolose: nel '90 è
testimone di nozze della figlia di un pregiudicato insieme
al boss Nello Nardo.
Ora arriva l'accusa più pesante. Il pentito Francesco
Pattarino lo indica come il mandante dell'omicidio di
Mimmo Gala, imprenditore di Priolo, il paese dove Gianni è
stato sindaco per anni. Un regolamento di conti: Gala,
dichiara il pentito, voleva far uccidere Gianni per una
questione di appalti. Ma uno dei killer avvertì Nello
Nardo e lo stesso Pattarino che ne parlò con il deputato:
«Lui non si è assolutamente scomposto in faccia, ma mi ha
chiesto di prendere drastiche decisioni».
«Pretestuose difficoltà createmi ad hoc», replica il
deputato. È sempre stato assolto, in fondo, ed è pure
fortunato: ha giocato al lotto i numeri dei suoi guai
giudiziari e ha vinto 23 milioni con un terno. «Aiuto chi
soffre. Sono come madre Teresa di Calcutta», dice. Un
motivo di commozione per Buttiglione che lo vuole al suo
fianco. Pessimi, invece, sono i rapporti con Calogero
Mannino, di nuovo uomo forte dello scudocrociato
sull'isola. E anche per questo, ora, Pippuzzu vorrebbe
cambiare aria.
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