Emergenza acqua / Intervista
senza rete al sottosegretario all'Ambiente Francesco
Nucara (Pri)
L'Economist ha colto nel segno
Lo sviluppo frenato dal vecchio sistema
burocratico-amministrativo
Domenico Calabrò
CATANIA – La Sicilia attraversa una
delicata fase del proprio processo di sviluppo: in bilico
fra la possibilità di cogliere le condizioni per un
rilancio del ruolo di Ponte europeo nel Mediterraneo e le
contraddizioni di un sistema burocratico – amministrativo
ancora legato a vecchi schemi e logiche quasi “feudali”
con le conseguenze sul sistema delle infrastrutture e dei
servizi. Ne parliamo con il sottosegretario di Stato
all'Ambiente, il reggino Francesco Nucara, che è anche il
segretario nazionale del Partito Repubblicano Italiano, ma
soprattutto meridionalista convinto, ospite a Catania dei
Lions club della zona 9, per discutere di «Ambiente e
turismo», unitamente al presidente della Provincia di
Catania, Nello Musumeci e all'imprenditore messinese
Pietro Franza. Dice l'on. Nucara: «Le valutazioni fatte
dall'Economist hanno fatto molto male perché, purtroppo,
colgono nel segno quando individuano nella disastrosa
condizione dei servizi essenziali (cita l'energia e
l'acqua) e nella “ostilità” dell'apparato burocratico -
amministrativo le cause che tengono lontane le imprese
internazionali dall'Isola. Forse molti politici che hanno
gridato al razzismo, compreso l'attuale presidente della
Regione, avrebbero preferito che si facesse riferimento
alla stantìa retorica delle condizioni ambientali, alle
“mafie” in quanto su questo terreno le responsabilità si
disperdono su tanti livelli: in tema di amministrazione e
di organizzazione dei servizi essenziali questa classe
politica viene direttamente inchiodata alle proprie
responsabilità senza alibi.
– On. Nucara, lei ritiene che l'attuale governo della
Regione Siciliana presieduto per la prima volta da un
Presidente eletto direttamente dal popolo sia in grado di
rimuovere questi ostacoli e di consentire alla Sicilia di
restare agganciata ai processi di sviluppo europei? «Noi
repubblicani abbiamo fatto la scelta di sostenere la Casa
delle libertà perchè riteniamo che nel programma di questa
coalizione siano presenti quelle spinte alla
liberalizzazione dell'economia e alla modernizzazione
infrastrutturale nell'ambito del principio della
sostenibilità ambientale, di cui il Paese ha estremo
bisogno. A livello nazionale si sta procedendo in modo
deciso in questo senso, basti citare che dopo tante
chiacchiere si è rimesso in moto il processo che riguarda
la realizzazione del Ponte sullo Stretto, è stata
approvata la legge obbiettivo e sta per essere approvato
il collegato Decreto Legislativo che introduce la figura
del “General Contractor” e rende concretamente possibile
l'attuazione del “Project Financing”. La Regione
Siciliana, purtroppo sembra essere rimasta al palo; il
Presidente sembra affidarsi alle relazioni umane ed ai
“Santi” ed elargisce “vasate” (in italiano “baci”che non
costano nulla) ma non sembra abbia intenzione di operare
sul piano concreto organizzativo ed operativo». –
On. Nucara, ci dia il punto di vista dell'Ambiente, lei
che ha importanti deleghe in materia di acque? « In tema
di acque e rifiuti il Governo centrale da oltre due mesi
ha conferito al Presidente della Regione Siciliana poteri
straordinari per fronteggiare le gravi emergenze in atto;
non vorrei dare giudizi troppo affrettati, ma al momento
si sono viste solo nuove forme di strutture burocratiche,
uffici speciali, nuove sedi, con le solite persone fidate
provenienti da quelle stesse Amministrazioni che, non
funzionando, hanno determinato la necessità dei poteri
speciali al Commissario Delegato. Noi al ministero
dell'Ambiente avevamo qualche riserva su questa pratica
del Commissario delegato che poi è lo stesso Presidente
della Regione: meglio sarebbe un sistema ordinario in cui
la Regione deve fare la sua parte e lo Stato svolge la sua
funzione sussidiaria prevista dalla costituzione. Se poi
tutto si riduce ad uffici, che di “Speciale” hanno la sede
ed i mobili nuovi, comitati, consulenti e straordinari per
i dipendenti, allora è necessario cambiare registro.
Questa volta il ministero dell'Ambiente intende monitorare
l'efficienza di queste operazioni perch‚ è inammissibile
che una intera Regione dell'Occidente moderno sia
costretta a subire l'umiliazione di non avere l'acqua nei
rubinetti, di avere penalizzato un settore vitale quale è
l'agricoltura per l'immobilismo di una classe di governo e
per una burocrazia disorganizzata ed inefficiente. Ci sono
tante cose da fare e le tecnologie potrebbero risolvere
tanti problemi: si possono riutilizzare ingenti
quantitativi di acque reflue depurate in agricoltura e per
l'industria; si possono rendere potabili enormi quantità
di acque inutilizzabili solo perché leggermente salmastre
utilizzando le resine senza dovere arrivare alla
dissalazione delle acque marine che è molto più costosa e
potrebbe essere valida se in combinazione con cicli di
produzione energetica come avviene a Gela. Ma per fare
tutto ciò ci vuole organizzazione, uomini adatti,
efficienza e volontà politica, non solo buoni rapporti con
tutti».
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