Ds: su fisco ed energia la Sicilia al limite
della secessione
Michele Cimino
PALERMO – Appello dell'ex ministro Enrico
Letta, responsabile economico della Margherita, al Governo
Berlusconi perché intervenga in Sicilia nella vicenda
della tassa per l'ambiente imposta dalla Regione con
l'ultima finanziaria, eliminando una imposta che di fatto
colpisce la Snam Rete Gas, ma anche tutte le aziende che
operano nel settore energetico, produzione e raffinazione
del petrolio, inquinando il territorio. «Il governo - ha
detto Letta - non può assistere a quello che sta accadendo
in Sicilia in materia di fisco e di energia. Darebbe un
segnale pessimo». «La Sicilia - ha aggiunto l'ex ministro,
intervenendo ad un seminario dei Ds sul federalismo
fiscale - ha fatto due cose gravissime, al limite della
secessione. La prima è il decreto sulla liberalizzazione
del mercato del gas, che per la Regione Siciliana avrà
tempi di attuazione diversi e più lunghi da quelli del
resto del paese. Questa è una deroga non solo nei
confronti dell'Italia, ma anche nei confronti dell'Europa,
visto che il vertice Ue di Barcellona ha chiesto di
anticipare i tempi». «La seconda cosa - ha aggiunto - è
ancora più grave: il tributo che l'Ars ha imposto sul
passaggio del gas dalla Libia (in realtà il gas proviene
dall'Algeria, mentre i lavori per il gasdotto dalla Libia
dovrebbero iniziare fra un anno, ndr) verso il resto del
continente. Siamo in piena emergenza. Il governo - secondo
Letta - è inadempiente, perché la reazione finora è stata
del tutto inefficace». Per il capogruppo dei Ds all'Ars
Lillo Speziale, invece, «la richiesta della Snam di
inserire quale onere aggiuntivo nella proposta tariffaria
2002-2003 la tassa sul transito del metano nei gasdotti
siciliani, decisa dalla maggioranza di centrodestra,
scarica sui cittadini il tentativo del Governo Cuffaro di
recuperare risorse finanziarie per sostenere la politica
delle clientele, degli sprechi, dei comitati inutili
voluti dal Polo delle Libertà». «Noi - ha spiegato
Speziale - ci eravamo opposti a questa tassa illegittima e
controproducente. Ora si prospetta un contenzioso con la
Snam e l'Eni che questo governo farà pagare comunque alla
Sicilia». Ieri sera la replica di Cuffaro: «Appare
singolare che un campione del federalismo, quale si
ritiene l'ex ministro, abbia da ridire sulla norma del
tributo ambientale. Mi pare di capire che se tutti
convengono sui principi del federalismo, la cosa diventa
molto diversa quando quei principi vengono attuati. In
Sicilia esiste un problema al quale nessuno sinora aveva
posto mano, che è quello del necessario ristoro sul piano
finanziario per l'onerosissimo carico ambientale
sopportato dal territorio siciliano a causa dei grandi
insediamenti petrolchimici».
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