Rubrica
curata da Salvo Maccarrone
Priolo / Dal pozzo Cannamela, anzichè
acqua, viene
estratta e stoccata giornalmente una quantità industriale di petrolio.
Che viene smaltita con autocisterne.
Il proprietario del pozzo al petrolio lancia
l'allarme.
Salvo Maccarrone

Pozzo
Cannamela - Grossi serbatoi in plastica raccolgono, ora
dopo ora, i prodotti petroliferi "pescati" dal pozzo
Cannamela. La quantità di prodotto inquinante nerastro è
impressionante!!!
PRIOLO – Mentre a ritmo sempre crescente si susseguono le
“riunioni-passeggiate” a Roma presso il ministero
dell’ambiente per la cosiddetta "bonifica del sito Priolo",
a Priolo sembra essere caduta quella necessaria attenzione
sul “Pozzo Cannamela”, quel pozzo che per primo fece
comprendere l’altissimo grado di inquinamento da sostanze
petrolifere della falda acquifera; mise a nudo mezzo
secolo di selvaggi inquinamenti provocati dalle industrie
e decretò l’immediata chiusura del cosiddetto “pozzo 22”
che alimentava l’acquedotto comunale. Il proprietario del
pozzo, ubicato in contrada Mortilli (alle spalle del
palazzo municipale) proprio ieri mattina ha segnalato un
drammatico peggioramento dell’inquinamento petrolifero
della falda acquifera. “Come si sa - scrive
preoccupatissimo l’agricoltore Sebastiano Cannamela, in
una nota stampa diffusa ieri - , una estesa porzione della
falda di Priolo è inquinata da prodotti idrocarburici
molto tossici. Sembrava che il flusso inquinante fosse
calato nelle ultime settimane, ma questa mattina, con
grande preoccupazione, mi accorgo che il prodotto
petrolifero che arriva nel mio pozzo è molto più
abbondante del solito. Ormai i flussi inquinanti che
arrivano nell'acqua sono di oltre cento litri al giorno,
come si vede chiaramente dai livelli segnati sui serbatoi
che raccolgono il prodotto inquinante nerastro. Per non
parlare poi degli altri pozzi, scavati dall'Agip accanto
al mio, che ricevono anch'essi grosse quantità di
idrocarburi. La situazione – prosegue il comunicato di
Cannamela - sta precipitando in modo allarmante. Con tale
situazione si ripropone il grave pericolo del collasso
dell'intera falda idrica priolese. Infatti, faccio notare
che dal pozzo si vede benissimo che è inquinata anche la
falda profonda e da questa falda, com'è noto,
l'inquinamento può arrivare anche a grandi distanze.
Questo lo posso dire poichè ormai ho maturato una
considerevole esperienza in materia, visto che da parecchi
mesi, purtroppo, mi trovo a contatto con i tecnici
superspecializzati che l'Agip ha mandato per seguire i
pozzi. Vorrei fare notare, infine, che secondo l'Arpa di
Siracusa, le piogge determinano una movimentazione veloce
del prodotto inquinante che impregna il sottosuolo, come
dimostrano le drammatiche impennate di benzene, un
potentissimo cancerogeno, nel pozzo comunale n. 22. A
questo punto a Priolo – fa rilevare l’agricoltore - si
aspettano le prossime piogge con il terrore di ritrovarsi
sostanze estremamente tossiche nell'acqua dei rubinetti”.
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